Un’esperienza nuova, segnata da una partecipazione significativa, pronta a diventare un luogo di confronto periodico per il Terzo Settore. E’ decisamente positivo il bilancio dell’incontro informativo organizzato mercoledì 16 settembre in formato digitale da CSV Emilia Romagna Net, il coordinamento regionale dei Centri di Servio per il Volontariato (CSV); un momento voluto dalla presidente del coordinamento Laura Bocciarelli per aggiornare sul percorso di riorganizzazione dei CSV, come previsto dalla Riforma del Terzo Settore, a cui ha preso parte anche la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega al Welfare Elly Schlein. In questo percorso, in Emilia-Romagna sono già nati CSV Emilia, che raccoglie Piacenza, Parma e Reggio Emilia, e CSV Terre Estensi, che accorpa Modena e Ferrara. Non muterà Bologna, si attende ora la nascita di CSV Romagna, che dovrà mettere insieme Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
Oltre cinquanta le presenze, fra rappresentanti dei centri di servizi attivi in Emilia-Romagna, esponenti degli organismi nazionali e delegati del Forum e dell’Osservatorio del Terzo Settore. Fra loro, Stefano Tabò, presidente di CSVnet, l’associazione nazionale dei CSV, e Massimo Giusti, segretario della Fondazione ONC (Organismo nazionale di controllo), l’organismo creato nel 2018 dalla riforma del Terzo per verificare e fornire indirizzo sulle attività dei centri di servizio per il volontariato italiani.
“Siamo soddisfatti della significativa partecipazione, è stata un’esperienza nuova che può diventare un momento di confronto anche periodico e avere una sua validità per il Terzo Settore regionale, per farsi ascoltare dal sistema. Speriamo che tutto il sistema regionale in via di riassetto trovi una sua quadratura e ci si possa muovere con la nuova configurazione per lavorare al meglio”, è la riflessione della Bocciarelli. Un lavoro che sinora ha viaggiato a livelli qualitativi alti, da confermare. “Vogliamo continuare a fare al meglio quello che abbiamo già fatto bene anche in passato, la risposta all’emergenza ha funzionato perché era già attiva una struttura di rapporti e collaborazione efficace. Altrimenti non avremmo fatto quello che abbiamo fatto”, sottolinea la presidente del Coordinamento regionale. In primavera “il sistema della rete regionale dei CSV, grazie agli sforzi dei volontari e dei collaboratori, ha superato le paure e le difficoltà ed è riuscito a dare una risposta forte e a fare squadra in un momento già delicato, quello in cui stavano per partire le fusioni. L’emergenza ha fatto emergere la creatività, ha portato a nuove modalità operative”
Del fondamentale ruolo del volontariato nei mesi dell’emergenza Covid ha parlato anche la vicepresidente regionale Schlein. “La collaborazione con il terzo settore è stata efficace, senza il preziosissimo e fondamentale contributo dei volontari non ce l’avremmo fatta, come istituzioni. Già i primi numeri ci raccontano dell’impatto avuto, delle oltre 10.000 persone registrate nelle prime rilevazioni, a cui aggiungere tutti i percorsi attivati in rete, le collaborazioni. Un lavoro condiviso con associazioni, mondo del volontariato, associazioni studentesche che ha permesso di dare una risposta forte per non lasciare nessuno indietro, per arginare la solitudine”, ha ricordato. Quella solitudine “emersa come uno dei tratti più brutali della malattia, stiamo vedendo l’impatto psicologico sulla comunità dell’emergenza. Esiste un quadro di disuguaglianze che già erano forti e sono peggiorate, ora dobbiamo studiare i nuovi bisogno e capire quali siano le soluzioni più mirate per queste necessità che cambiano. E per le per fasce esposte: anziani, persone con disabilità, senza dimora, le comunità straniere”.
La Schlein ha rivendicato gli sforzi della Regione per sostenere il volontariato, ricordando gli stanziamenti in atto. Il presidente di CVSnet Stefano Tabò ha ricordato che quella in corsa è una fase di “pieno accreditamento per i centri di servizio, con tutto quello che significa a livello di programmazione. E aggiungo che senza il poderoso sforzo del volontariato e dei CSV stessi, oggi i CSV non esisterebbero più, la riforma del Terzo Settore li avrebbe spazzati”. E il futuro? “O nei CSV viene mantenuto un tasso di generatività che ha a che fare con la vita quotidiana e l’animo collettivo o si rischia un appesantimento”.
A Massimo Giusti dell’ONC è toccato un aggiornamento sulla conclusione della fase preliminare dell’accreditamento dei CSV ai sensi dell’art. 101, c. 6 del Codice del Terzo Settore, il percorso che in Emilia-Romagna porterà ad un assetto con 4 CSV rispetto ai precedenti 9 provinciali. “Ricordo che il percorso di accreditamento è un percorso importante, da noi proposto nel 2018 in conformità con la legge, va sottolineato”, spiega. E ora stiamo andando avanti: “per la programmazione 2021, si è deciso per un’annualità separata dalle future programmazioni triennali, intanto per concludere gli accreditamenti”. A proposito di date, Giusti rimarca le prossime scadenze: “anche per chi non ha ancora proceduto, contiamo di avere le loro adesioni entro il 30 settembre. Apprezziamo che due territori abbiano già concluso il percorso, e sono rientrati secondo la scadenza del 30 novembre, come gli altri CSV non coinvolti nelle aggregazioni”. Giusti ha ripercorso le varie tappe, partendo da una base: “gli accreditamenti nascono da un favore di legge previsto dal codice, che favoriva l’accreditamento agli enti gestori dei CSV in carica alla fine del 2017. Nel febbraio 2019 abbiamo chiesto la manifestazione d’interesse, concedendo cinque mesi per dare risposte. Ora siamo arrivati ad un punto: al 30 settembre devono arrivare le richieste per gli enti non accreditati, il 30 novembre toccherà a chi era già nel percorso, tutte le realtà hanno ricevuto una lettera con richieste di chiarimenti e precisioni. Nel frattempo, stiamo delineando le linee guide per le programmazioni 2021, magari alcune scadenze potrebbero coincidere con accreditamento, in modo che possano essere paralleli, lo preciso in modo da non creare spiacevoli indisposizioni”.
Nel prosieguo, hanno preso la parola Fausto Viviani, portavoce del Forum regionale del Terzo Settore, e Manuela Claysset, portavoce dell’Osservatorio regionale del Terzo Settore. “I percorsi messi in piedi sono da completare, fra cui le unificazioni dei CSV, e questo non avviene in un contesto normale, anzi. Dobbiamo aprire riflessione su cosa sia l’innovazione nel Terzo Settore, alla luce dell’esperienza del Covid e delle sue ricadute. Ora concludiamo un percorso e apriamo una riflessione seria su cosa dobbiamo innovare. È un tema che non riguarda noi, ma il Terzo Settore può esercitare un ruolo importante”.
Manuela Claysset, portavoce dell’Osservatorio regionale del Terzo Settore ha affermato: “L’osservatorio deve cogliere bisogni e tendenze, facciamo fatica a fare sistema, i CSV devono essere a disposizione dei bisogni territorio, tutti devono essere meno autoreferenziali. In un momento di grande difficoltà, il lavoro di sistema ci può dare strumenti per superare le difficoltà”.
Nel finale, sono intervenuti il presidente di CSV Terre Estensi Alberto Caldana e quello del CSV di Bologna Volabo Ermanno Tarozzi. “La fusione è stata un’esperienza positiva anche se non facile, le problematiche sono emerse con i rapporti con gli enti locali, anche nell’esperienza Covid. Il volontariato è stato chiamato ad agire ma mai chiamato a progettare, e così diventa difficile anche fare innovazione. Penso anche all’utilizzo dei fondi delle programmazioni”, ha fatto presente Caldana.